Il contributo presenta uno studio inerente la riabilitazione del patrimonio edilizio dell�housing sociale del secondo dopoguerra, che oggi è parte integrante del tessuto edilizio delle nostre città. Le mutate esigenze funzionali e la modifica dei parametri di rischio sismico, intervenuta in molte regioni negli ultimi decenni, portano ad una diffusa richiesta di adeguamento funzionale e miglioramento sismico, da ricercare attraverso proposte di riqualificazione sostenibile. Il lavoro, sviluppato attraverso l�applicazione ad un caso di studio (l�insediamento A.T.E.R. di Preturo presso L�Aquila, Italia), si fonda sul riconoscimento della corrispondenza tra gli stati di degrado e dissesto e le possibilità di trasformazione dell�esistente. In altre parole, le condizioni di �guasto� che rendono impossibile l�uso del costruito e la sua conservazione, sembrano legittimare nuove opere di trasformazione. Nello specifico, si tratta di edifici ad ossatura in cemento armato privi, in parte o del tutto, di partizioni orizzontali e verticali e con danni consistenti nelle chiusure verticali, a seguito del forte sisma del 2009.
La proposta prevede opere di rinforzo e controventamento dello scheletro portante compatibili con l�introduzione di sistemi flessibili di chiusura e partizione finalizzati anche ad un�innovazione dell�offerta abitativa.
Le esigenze di sicurezza e fruibilità vengono analizzate per proporre un progetto in cui le soluzioni flessibili si rivelano compatibili ed integrate con le tecniche di rinforzo strutturale.
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