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Un protocollo diagnostico per il recupero dell'architettura moderna: un'applicazione a Villa Gina (Catania, Italy)

  • Autores: Alessandro lo Faro, Angelo Salemi
  • Localización: Congreso Latinoamericano sobre patología de la construcción, tecnología de la rehabilitación y gestión del patrimonio: REHABEND 2014. Santander (España), 1-4 de abril de 2014 / Luis Villegas Cabredo (dir. congr.), 2014, ISBN 978-84-616-8863-0, págs. 641-648
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • Solo da recente si assiste ad un rinnovato interesse circa gli aspetti tecnico-costruttivi delle architetture del Movimento Moderno. Tuttavia una lettura frettolosa può tendere ad omologarle per concezione strutturale, uso dei materiali, tipologie funzionali. In realtà, in analogia con le fabbriche tradizionali, anch�esse manifestano specificità che devono essere opportunamente valutate in fase di analisi preliminare, soprattutto quando l�obiettivo che ci prefiggiamo è la loro salvaguardia. Il delicato passaggio dal cantiere tradizionale, con uso di sistemi a muratura portante, alla diffusione di strutture intelaiate in cls rende gli edifici moderni, costruiti nei primi 30 anni del XX secolo, delle fabbriche �ambigue�: la loro concezione strutturale non può essere indifferentemente assimilata a strutture intelaiate indipendenti; gli elementi dell�involucro esterno non sempre sono meri tamponamenti; i materiali base adoperati per confezionare i conglomerati spesso variano nella composizione e nella modalità di posa in opera. Diventa indispensabile, pertanto, un adeguato livello di conoscenza per poter proporre la conservazione consapevole di queste architetture, in modo particolare quando sorgono in regioni, quali la Sicilia, dall�elevata vulnerabilità sismica. Un protocollo diagnostico opportunamente progettato ed applicato principalmente agli elementi strutturali può permettere di innalzare i livelli di confidenza, consentendo di proporre un intervento di restauro che sappia anche risolvere le eventuali deficienze strutturali.

      Il caso studio proposto in questo paper, Villa Gina progettata nel 1929 dall�arch. Francesco Fichera, figura di spicco del Movimento Moderno etneo, può ritenersi esemplificativo: l�applicazione di indagini magnetometriche, abbinate al più tradizionale approccio tecnico-costruttivo, ha infatti permesso di conoscere intimamente gli elementi strutturali e quindi indirizzare verso un intervento di miglioramento rispettoso dell�istanza culturale dell�oggetto edilizio. L�intervento conservativo assume pertanto la valenza di penetrante indagine conoscitiva e costituisce il momento operativo più fecondo nell�ambito di una storia materiale dell�architettura moderna.


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