Il romanzo postumo di Cervantes è palesemente tutto costruito intorno al codice pittorico come tema e come problema rispetto alle risorse della scrittura. Nell’articolo si cerca in particolare di leggere le sequenze dell’isola sognata e del museo di Ippolita Ferrarese come un doppio movimento bilanciato in cui scrittura, pittura e profezia sono coese e fanno intravedere l’artista-scrittore al lavoro nella sua bottega, motivo costante nella poetica cervantina. In particolare, per II, 15 si prova a ipotizzare una fonte iconografica precisa.
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