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Ammissibilità della prova e divieti probatori

    1. [1] University of Turin

      University of Turin

      Torino, Italia

  • Localización: Revista Brasileira de Direito Processual Penal, ISSN-e 2525-510X, Vol. 7, Nº. 1, 2021, págs. 215-246
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Admissibility of evidence and exclusionary rules
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      'Admissible' evidence is anything that can be legitimately evaluated about a proposition to be proved. 'Inadmissible' evidence is the one that the judge does not have the power to undertake and, as such, belongs to the sphere of the legal irrelevancy. Issues related to the evidence admissibility must be distinct from those regarding to evidence efficacy, ie persuasiveness. Equally, there must not be confusion between the evidence as a probative premise, which states a mere potentiality (the evidence on x), and the evidence as a result (the evidence of x), which indicates a positive outcome. Concerning the probative premises, the controversial distinction between declarative evidence and critical-circumstantial evidence remains fundamental. Observing the evidence "obtained in violation of the prohibitions established by law", the art. 192 c.p.p. has been interpreted in various ways: according to some, it refers only to the evidence object of an exclusionary rule, ie inadmissible; according to others, even the evidence 'obtained' through any violation of the law (criminal, procedural or substantive, or even civil). A question of legitimacy has recently been raised on the statement that evidence taken in violation of constitutionally protected rights cannot be used, even in the absence of an explicit exclusionary rule. The Constitutional Court has, however, declared the question inadmissible with unconvincing arguments. Consequently, the precious opportunity for the definitive clarification of a fundamental question was lost.

    • italiano

      Prova ‘ammissibile’ è tutto ciò che può essere legittimamente valutato in ordine a una proposizione da provare. Prova ‘inammissibile’ è quella che il giudice non ha il potere di assumere e, come tale, appartiene alla sfera del giuridicamente irrilevante. Occorre tenere ben distinte le questioni relative all’ammissibilità della prova da quelle relative all’efficacia probatoria, ossia alla persuasività. Analogamente non va confusa la prova come premessa probatoria, che esprime una mera potenzialità (la prova su x) con la prova come risultato (la prova di x), che indica un esito positivo. Con riguardo alle premesse probatorie, resta fondamentale la controversa distinzione tra prove dichiarative e prove critico-indiziarie. Parlando di prove «acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge», l’art. 192 c.p.p. è stato variamente interpretato: secondo alcuni, va riferito alle sole prove oggetto di un divieto probatorio, ossia inammissibili; secondo altri, anche alle prove ‘ottenute’ attraverso una qualsiasi violazione della legge (penale processuale o sostanziale o persino civile). Di recente è stata sollevata una questione di legittimità sul presupposto che le prove assunte in spregio dei diritti costituzionalmente tutelati non possano essere utilizzate, anche in assenza di un esplicito divieto probatorio. La Corte costituzionale ha, tuttavia, dichiarato inammissibile la questione con argomenti poco convincenti. Si è così persa la preziosa occasione per il definitivo chiarimento di un fondamentale interrogativo. 


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