Il 12 settembre 1612, interpretando il decreto di Paolo V Sanctissimus Dominus Noster, la Monarchia Cattolica introdusse la pratica del giuramento di fedeltà all’Immacolata Concezione per tutti i ministri del sovrano, che fu poi esteso a università, municipalità, ordini cavallereschi e confraternite, in tutti i suoi domini. Questa decisione, indipendente dalla volontà della Chiesa di Roma, si tradusse in un intenso dibattito politico e alimentò controversie teologiche già esistenti riguardo alle posizioni immacoliste. La difesa della causa dell’Immacolata Concezione rientrò nel discorso politico della Monarchia Cattolica, tanto attraverso la pubblicistica come tramite la produzione artistica e letteraria, convertendosi, per i territori appartenenti alla Corona asburgica, in un elemento di promozione dell’unità, tale da esaltare fortemente la coesione tra di essi pur appartenendo a un sistema policentrico.
Una Vergine contesa tra due universalismi: il dogma dell’Immacolata Concezione tra Madrid e Roma
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Dalla visione apocalittica della donna e del drago all’Immacolata con la croce-lancia: le politiche figurative di Innocenzo XI e della sua consorteria
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Una Immacolata francese a Roma: provocazione, cancellazione e oblio
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Las fiestas a la Inmaculada Concepción celebradas en Lima en 1617: los jesuitas y Antonio de León Pinelo
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