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Resumen de L'eleganza è frigida e L'empire des signes: un sogno fatto in Giappone

Dalila Colucci

  • Troppo occidentale per l’enigma-Giappone: così, sul «Corriere della Sera» del 16 aprile 1984, Goffredo Parise titolava la sua aspra recensione a L’Empire des signes di Roland Barthes, scritto più di dieci anni prima ma solo allora pubblicato in Italia per Einaudi, a quattro anni dalla morte del suo autore. Il Parise innamorato del Giappone – dove aveva soggiornato per oltre un mese nel 1980, traendone il suo ultimo, grande reportage: L’Eleganza è frigida – accusa Barthes di snaturare, con la sua ossessiva analisi semiologica, l’essenza della cultura nipponica, intrisa del pensiero Zen, insofferente a ogni lettura strutturale. Muovendo dalla suggestione di una critica postuma, questo libro propone un inedito viaggio comparativo attraverso due letture novecentesche in apparenza inconciliabili, ma curiosamente convergenti nel raccogliere e reinventare il topos esotico e letterario del Giappone, assunto a utopia poetica ed esistenziale.


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