Solo nel momento in cui si ammette la razionalità della guerra è possibile porsi il problema di quale forma attribuire al conflitto, di come regolare quella straordinaria misura di energia che una volta scatenata sui campi di battaglia genera apocalisse.
La sfida consiste nel riflettere sulla natura, sui limiti e sulla possibile evoluzione di una tale disciplina, senza limitare l’orizzonte di analisi alle norme positive che strutturano l’ordinamento giuridico internazionale, ma mettendo altresì a fuoco i protocolli, le retoriche e i dispositivi normativi che concorrono ad irreggimentare la violenza bellica.
Con la consapevolezza che, in ogni caso, si tratta di una trama delicata e irregolare, costituita da fibre di spessore differente – da fili piuttosto che da funi – in tutto simile alla rete di funicelle con cui i minuscoli abitanti di Lilliput avevano cercato di imbrigliare il capitano Gulliver.
La cris della nozione di conflitto armato internazionale: vestigia di una realtà estinta?
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Il trilemma di Polemos: diritto, guerra e relazioni internazionali
págs. 183-206
L'agressione: crimine internazionale dello Stato o crimine dell' individuo?
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Ripudio o riforma dei poteri?: La guerra nella politica estera italiana (1991-2011)
págs. 289-318
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