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Ubicazione delle cave di pietra da calce utilizzata come materia prima degli intonaci romani nella Lombardia occidentale

  • Autores: Roberto Bugini, Luisa Folli
  • Localización: Arqueología de la arquitectura, ISSN 1695-2731, Nº. 13, 2016 (Ejemplar dedicado a: Materiales, transporte y producción. Arqueología de la Construcción / Stefano Camporeale, Janet DeLaine y Antonio Pizzo (eds.))
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Location of quarries of magnesian lime used as raw material of Roman plasters in western Lombardy (Italy)
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      Lime as building material was widely diffused in Roman architecture of western Lombardy. The presence of magnesite (magnesium carbonate) was detected in painted plasters coming from roman sites of Milano: magnesite indicates the use of dolomite to make the lime. Dolomite rocks widely outcrop in the Lombard Prealps: light grey dolomites and dolomitic limestones (Dolomia del Salvatore, Ladinian-Anisian); grey dolomites, sometimes with cyclothemes (Dolomia Principale, Norian). There is no evidence of Roman lime quarries or kilns in this area; the Romans probably exploited the same dolomite outcrops, located along the eastern shore of lake Maggiore, where lime was produced from the Middle Ages onwards. The glacio-fluvial deposits of the middle course of the river Adda (cobbles, pebbles of siliceous limestone together with limestone and dolomite outcropping in the river basin) were another medieval and modern source of raw material, mainly to make a moderately hydraulic lime (called “calce forte”), but this kind of lime is lacking in Roman plasters.

    • italiano

      La calce come materiale da costruzione ebbe larga diffusione nell’architettura romana della Lombardia occidentale. La presenza di carbonato di magnesio è stata per lo più riscontrata negli intonaci dipinti provenienti dai siti romani di Milano. Il carbonato di magnesio testimonia l’impiego di dolomia per la preparazione della calce e rocce di questa composizione affiorano per esteso nelle Prealpi lombarde: dolomie e calcari dolomitici grigio chiari (Dolomia del Salvatore, Ladinico-Anisico), dolomie grigie, talvolta con ciclotemi (Dolomia principale, Norico). Non sono conservate evidenze di cave o di forni romani in quest’area prealpina: i Romani sfruttarono gli stessi affioramenti dolomitici, situati lungo la sponda orientale del lago Maggiore, affioramenti da cui si produsse calce a partire dal Medio Evo in avanti.

      I depositi fluvio-glaciali del medio corso del fiume Adda tra Brivio e Trezzo (massi, ciottoli di calcari marnosi, calcari e dolomie che affiorano nel bacino fluviale) furono un’altra fonte medievale e moderna di materia prima, soprattutto per produrre una calce debolmente idraulica (chiamata “calce forte”), ma questo tipo di calce è assente negli intonaci romani.


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