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Resumen de Da hijṛā a kinnara: le narrazioni autobiografiche specchio di pulsioni contradditorie

Maria Angelillo

  • Nel presente contributo si vuole riflettere su alcuni aspetti e dinamiche che caratterizzano l’attivismo hijṛā nell’India contemporanea, soffermandoci innanzitutto sul ruolo della produzione narrativa e autobiografica quale veicolo di conoscenza e divulgazione delle condizioni esistenziali della comunità hijṛā. Oltre a fornire descrizioni generalmente accurate delle peculiarità socioculturali dell’universo hijṛā e a sensibilizzare il lettore circa le condizioni entro cui si dipana l’esistenza dei suoi membri, la narrazione mette in relazione istanze di riconoscimento socio-politiche globali e sollecitazioni e impulsi provenienti dalla cultura locale. Il ‘glocalizzato’ attivismo hijṛā da una parte confluisce e partecipa di un più ampio movimento di rivendicazione di diritti mentre, dall’altra, interagisce con le specificità del tessuto sociale indiano. Lo sforzo creativo e pratico contro la spinta alla normalizzazione implicito nell’attivismo hijṛā lascia, quindi, il posto all’urgenza di un riconoscimento socio-giuridico dell’alterità hijra, ottenuto grazie all’applicazione di una struttura omo-etero binaria a un universo di pratiche e appartenenze eterogeneo, sfaccettato e irriducibile a una costruzione identitaria univoca. Analizzeremo, quindi, le logiche alla base del riconoscimento socio-culturale sollecitato dalle attiviste hijṛā e, in particolar modo, da Laxmi Narayan Tripathi che, sostituendo l’appellativo hijṛā con il termine kinnara, evocativo del retaggio culturale brahmanico, conferisce, secondo le ben rodate dinamiche alla base della creazione di identità essenzialiste, legittimità socio-culturale e spendibilità politica alla liminalità hijṛā


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