Nella Grecia del V-IV secolo a.C. la sterilità era percepita come una violazione del dovere civico della donna. La società riconosceva le donne soprattutto per la loro funzione biologica di procreatrici: le donne dovevano dare alla luce nuovi cittadini. La sterilità, quindi, era percepita come un problema sociale da risolvere. In questa sede mostriamo la condizione e le conseguenze nella sfera sociale per le donne sterili, prendendo in considerazione il corpus degli oratori e alcune fonti materiali (tavolette di Dodona). Nello specifico, presentiamo il caso della sorella di Onetore, nella trentesima orazione di Demostene, per osservare le conseguenze per una donna che contrae due matrimoni e non genera figli.
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