La giurisprudenza penale italiana di fronte alle discriminazioni delle persone LGBTQIA+: una ricognizione sistematica del diritto vivente

• Paolo Caroli ^[1]
  1. [1] Università di Torino
• Localización: Diritto Penale Contemporaneo: Rivista trimestrale, ISSN-e 2240-7618, Nº. 4, 2022, págs. 91-113
• Idioma: italiano
• Títulos paralelos:
  • Italian criminal case-law in the face of LGBTQIA+ discrimination: a systematic overview
  • La jurisprudencia penal italiana frente a la discriminación de personas LGBTQIA+: un análisis sistemático de la jurisprudencia
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• Resumen
  • español

    El artículo ofrece una visión general de la jurisprudencia italiana relativa a la homotransfobia, analizando en qué delitos se han subsumido los hechos y a través de qué instituciones el motivo homotransfóbico ha sido considerado. De hecho, incluso en ausencia de una disciplina reguladora ad hoc, distintas formas de homotransfobia, tanto física como verbal, pueden constituir delitos ya presentes en el Código Penal, independientemente del motivo de odio. En una primera parte, el trabajo abordará los casos en los que la homotransfobia encuentra respuesta del ordenamiento jurídico a través del derecho penal, destacando las diferencias de trato frente a los delitos motivados por el odio o la discriminación étnica, nacional, racial o religiosa. Para estos últimos, en efecto, el legislador intervino dando expresa relevancia al motivo, tanto para agravar el tratamiento sancionador como, en algunos casos, para establecer el delito mismo. En la segunda parte, se revisarán aquellos casos en que la ley penal no cuenta con herramientas de persecución y sanción. Finalmente, el trabajo abordará el campo privilegiado de aplicación del discurso homotransfóbico y de la "palabra odiosa" en general: las redes sociales con su ulterior problemática con relación al uso del instrumento penal.

  • English

    The paper provides an overview of the Italian case-law relating to homotransphobia, examining which crimes the facts have been subsumed under, and whether and through which norms the homotransphobic motive has entered the judgment. In fact, even in the absence of an ad hoc legal discipline, various forms of homotransphobia, both physical and verbal, can constitute under the Criminal Code, regardless of the motive of hatred. The first part of the paper will deal with cases in which homotransphobia is addressed by the legal system through criminal law, highlighting any differences in treatment from crimes motivated by ethnic, national, racial or religious hatred or discrimination. In the latter case, the legislator intervened explicitly on the motive, both to aggravate the sanctioning treatment and, in some cases, to establish criminalization. The lack of protection will be considered in the second part: cases of discrimination and propaganda for which the criminal law lacks tools for persecution and punishment. Finally, the paper will address the privileged field of application of homotransphobic discourse and the "hateful word" in general: social media, as well as the additional issues associated with the use of the penal instrument.

  • italiano

    Il contributo offre una ricognizione dei casi di omotransfobia affrontati dalla giustizia penale italiana, analizzando sotto quali fattispecie i fatti siano stati sussunti e se e attraverso quali istituti il movente omotransfobico abbia fatto ingresso nel giudizio. Pur in mancanza di un intervento normativo ad hoc, infatti, molte forme di omotransfobia, sia fisica che verbale, possono integrare fattispecie già presenti nel Codice penale, che costituiscono reato a prescindere dal movente d’odio. In primo luogo, dunque, ci si occuperà dei casi in cui l’omotransfobia trova una risposta da parte dell’ordinamento a mezzo del diritto penale, andando a evidenziare eventuali differenze di trattamento rispetto ai delitti motivati da finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso. Per questi ultimi, infatti, il legislatore è da tempo intervenuto dando espressa rilevanza al movente, sia per aggravare il trattamento sanzionatorio che, in taluni casi, per fondare la criminalizzazione. Nella seconda parte, invece, si prenderanno in considerazione i vuoti di tutela: i casi di discriminazione e propaganda per iquali il diritto penale non dispone di strumenti di persecuzione e punizione. Infine, ci si occuperà del campo di applicazione privilegiato del discorso omotransfobico e della “parola odiosa” in generale: i social media con le loro ulteriori problematicità in relazione all’uso dello strumento penale.