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Esclusa la messa alla prova per i minori autori di violenze sessuali aggravate. Profili di illegittimità costituzionale dell’emendamento dell’art. 28 del D.P.R. 448/1988

    1. [1] Aut 4811022-
  • Localización: Archivio penale, ISSN 0004-0304, ISSN-e 2384-9479, Nº. 2, 2024
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Excluding Probation for Juvenile Offenders of Aggravated Sexual Violence. Constitutional Issues of the Amendment to Article 28 of D.P.R. 448/1988.
  • Enlaces
  • Resumen
    • italiano

      Il D.l. 123/2023 (cd. Decreto Caivano), convertito con modificazioni dalla l. 13 novembre 2023, n. 159, è intervenuto sulla disciplina della messa alla prova minorile, introducendo, con il nuovo comma 5-bis dell’art. 28 del D.P.R. 22 settembre 1988, n. 448, un elenco di reati “gravi” ostativi alla sua concessione.

      L’emendamento crea un rigido automatismo che si pone in conflitto con alcuni principi fondanti la giustizia penale minorile, impedendo al giudice di effettuare una valutazione individuale, di ricercare la risposta migliore per il minore nella situazione concreta, di stimolare il percorso ri-educativo anche del minore autore di un “reato grave”.

      Nel presente contributo si pone in evidenza l’infondatezza di questo emendamento, anche attraverso lo studio di approfondite indagini empiriche effettuate sia a livello nazionale, sia presso alcuni Tribunali per i Minorenni. L’analisi si focalizza, in particolare, sull’esclusione automatica della messa alla prova per i delitti di violenza sessuale e di violenza sessuale di gruppo (aggravati ai sensi dell’art. 609-ter c.p.), che sono peraltro oggetto di una interpretazione molto ampia da parte della giurisprudenza evolutiva e per i quali sono previste sanzioni particolarmente severe. Proprio relativamente all’esclusione della messa alla prova minorile per questi delitti sono state sollevate recentemente due questioni di legittimità costituzionale.

    • English

      Decree 123/2023, so-called Caivano Decree (converted, with amendments, into Act n. 159, Nov. 13, 2023), amended the regulation on juvenile probation, introducing a list of ‘serious’ crimes for which probation is now excluded. The amendment creates a rigid automatism that conflicts with some of the fundamental principles of juvenile criminal justice: it inhibits the judge from making an individual assessment, from seeking the best response for the minor and from encouraging a re-educational path of the minor who has committed a ‘serious crime’.

      In this essay we underline the weaknesses of this amendment, also through the analysis of empirical investigations carried out both nationally and in some Juvenile Courts. The focus is on the automatic exclusion of probation for aggravated sexual violence (individual or in group), crimes which are the subject of a broad interpretation in the case law and for which very severe penalties are provided. With regard to the exclusion of juvenile probation for these crimes, two constitutional issues have recently been raised


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