Crisis has a strong hermeneutical power, a potential to shape collective imaginaries and to provoke panic. In this article, I examine how the debates around the oil crisis of 1973 and the consequent recruitment halt in West Germany were framed in the Greek printed and audiovisual media. The Greek migrant workers are the focus group of this investigation and the questions asked are how the crisis impacted their status in the host country and how this disruption influenced their decision-making regarding settlement and return. The different stakeholders involved in the Greek Gastarbeiter migration, namely politicians, media, trade unions and migrants articulated their hopes, anxieties and critique, shaped and challenged the actual policymaking in the framework of the Cold War and the European enlargement project.
La crisi ha un forte potere ermeneutico, un potenziale in grado di plasmare gli immaginari collettivi e provocare il panico. In questo articolo verranno esaminati il modo in cui i dibattiti sulla crisi petrolifera del 1973 e il conseguente blocco delle assunzioni nella Germania occidentale sono stati interpretati dalla stampa e dai media greci. I lavoratori migranti greci sono al centro di questa ricerca e le domande poste vertono intorno alle modalità con cui la crisi ha impattato sul loro status nel Paese ospitante e come questo sconvolgimento abbia influenzato il loro processo decisionale in merito all’insediamento e al ritorno. I diversi attori coinvolti nella migrazione dei Gastarbeiter greci, ovvero politici, media, sindacati e migranti, hanno articolato le loro speranze, ansie e critiche, plasmando e sfidando l’attuale politica nel quadro della guerra fredda e del progetto di allargamento europeo.
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