Di Rosa Calzecchi Onesti (1916-2011) si conoscono e si apprezzano le traduzioni, tutt’ora considerate punti di riferimento, di Iliade (1950), Odissea (1963) ed Eneide (1967); assai poco note sono, per contro, le sue ricerche di carattere filologico condotte sul testo del poema virgiliano. In particolare, a Calzecchi si deve una tesi di laurea, discussa a Bologna nel 1940 sotto la guida di Gino Funaioli e dedicata alla spinosa questione della possibile presenza di residue varianti d’autore nel testo dell’Eneide. Parte dei risultati confluì nell’edizione critica curata per l’Istituto Editoriale Italiano nel 1962, una manciata di anni prima della ben più nota traduzione per Einaudi. Nonostante la questione della variantistica d’autore nel testo di Virgilio sia stata da tempo superata dalla critica, un approfondimento può fornire, da un lato, un utile documento di storia degli studi: la questione della variantistica d’autore, nella tradizione dell’Eneide come in quella di altri autori classici, era, all’epoca in cui Calzecchi lavorò, tema assai dibattuto. Inoltre, almeno uno dei criteri individuati dalla giovane studiosa nella sua analisi può essere applicato con profitto anche a tradizioni in cui la presenza di varianti d’autore è verosimile o accertata.
In Italy, Rosa Calzecchi Onesti (1916-2011) is known and appreciated for her translations, still considered reference points, of Iliad(1950), Odyssey(1963) and Aeneid(1967); very little attention, on the other hand, has been dedicated to her philological research on the text of the Virgilian poem. Calzecchi composed her dissertation, discussed in Bologna in 1940 under the guidance of Gino Funaioli, around the thorny question of the possible presence of residual authorial variants in the text of the Aeneid. Part of the results flowed into her critical edition of the Latin text for the Istituto Editoriale Italiano in 1962, a few years before she authored the much better-known Italian translation for Einaudi. Admittedly, the hypothesis of surviving authorial variants in Virgil’s text has long been discarded by critics. Nevertheless, a closer look does provide some new insight in the history of classical studies: the question of authorial variants –in Vergil’s Aeneidas in that of other classical authors –was in fact, at the time Calzecchi worked, a hotly debated issue. In addition to that, despite her overall outdated theory, there is at least one of the criteriathat she identified which can be recovered and profitably applied to those traditions in which –contrary to the case of Vergil –the presence of authorial variants is plausible or established
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