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Resumen de Sulla natura della libertà vigilata applicata al condannato ammesso alla liberazione condizionale: brevi note a margine della sentenza n.66/2023 della Corte costituzionale: Corte Costituzionale, 11/04/2023, n. 66

Giulia Mentasti

  • English

    The Constitutional Court ruled that the issues of constitutional legitimacy raised by the Florence Surveillance Court with regard to the current discipline of probation applied to a person sentenced to life imprisonment and granted parole and to its compatibility with Articles 3 and 27 of the Constitution are groundless. In its reasoning, the Court stated that probation granted under the joint provisions of Article 177 paragraph 2 and Article 230 paragraph 1 no. 2 of the Criminal Code is neither a security measure nor an additional sanction, but rather the continuation, in a less afflictive form, of the sentence inflicted originally. In the Court's view, probation and parole are “one and the same thing” and, taken together, they form an alternative measure to detention. In accordance with the interpretative steps indicated by the Court, this contribution reviews the legislative evolution of the institutions under examination and focuses on potentially critical aspects of the ruling, with particular reference to the wide gap between the letter of the law and its interpretations provided by the scholarship and case law.

  • italiano

    Con la pronuncia in commento la Corte costituzionale ha dichiarato la non fondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di sorveglianza di Firenze con riguardo alla vigente disciplina della libertà vigilata applicata al condannato all'ergastolo ammesso alla liberazione condizionale, sospettata di incompatibilità con agli artt. 3 e 27 della Costituzione. Nel proprio percorso argomentativo la Corte ha affermato che la libertà vigilata applicata ai sensi del combinato disposto degli artt. 177 co. 2 e 230 co. 1 n. 2 c.p. non è né una misura di sicurezza né una sanzione aggiuntiva, ma la prosecuzione, in forme meno afflittive, della pena già subìta in origine. Ad avviso della Corte, liberazione condizionale e libertà vigilata costituiscono « un tutt'uno », e si delineano, unitamente considerate, come una misura alternativa alla detenzione. Il presente contributo, nel seguire i passaggi interpretativi indicati dalla Corte, ripercorre l'evoluzione normativa degli istituti in esame e si sofferma sui possibili profili critici della pronuncia, con particolare attenzione alla ormai rilevante distanza che separa il testo normativo dalle interpretazioni fornite da dottrina e giurisprudenza.


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