La società tecnocratica in cui viviamo ci obbliga ad una prospettiva in cui il pragmatismo diventa quasi un credo. Così, in questo neo-occamismo sui generis, il concetto di praticità viene semanticamente contrapposto a quello di problematicità. Questa problematicità è forse la virtù più antica ed intima di quel sapere che definiamo filosofia, del suo argomentare. In questo articolo cercheremo di evidenziare come la teoria della mente, nella poliedricità delle sue speculazioni, metta in luce le molte dimensioni che connotano il fenomeno mentale e che la tendenza riduzionista spesse volte appiattisce. Dopo una breve introduzione, offriremo una sintetica presentazione del pensiero neo-eliminativista e di alcune teorie della mente che problematizzano certi suoi assunti. Infine sottolineeremo come, proprio nella difesa delle sottili sfumature concettuali con cui lavora, la filosofia divenga resistenza contro l’omologazione tecnicista.
The technocratic society in which we live compel us in a perspective where pragmatism becomes almost a faith. So, in this sui generis neo-occamism, the concept of practicality is semantically opposed to that of problematicality. This problematicality is maybe the most ancient and intimate virtue of that kind of knowledge which we usually define philosophy. In this article we’ll try to underline how Mind’s Theory, in the multifacetedness of its speculations, enlightens those various dimensions which characterize the mental phenomenon and which the reductionist tendency often smooths over. After a short introduction, we’ll offer a synthetic presentation of the neo-eliminativism and of some theories of Mind that problematize several of its assumptions. Finally we’ll underline how, just in the defense of the subtle conceptual undertones with which it works, philosophy becomes a resistance against the technical homologation.
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