The design of the void has become increasingly important in contemporary design practice. The highly topical issue covers the difficult of identification between open space, the void, and public space. That difficulty is in providing a new meaning, and therefore a new form, for the undecided spaces that the processes of contemporary urban life produce as waste, as residual space. Working on the void, in an attempt to define its form and meaning, does not mean working on the surface of things. At least not only. Recognising through an urban and morphological perspective the empty space of our cities as a sensitive issue, a widespread network of areas awaiting design, is one of the main challenges that the discipline of architecture must face with its own tools, avoiding the easy solutions of furnishing, equipment and embellishment of space.
Il disegno del vuoto ha assunto sempre maggiore rilevanza nella pratica progettuale contemporanea. Il tema di grande attualità è la difficile identificazione tra spazio aperto, il vuoto, e spazio pubblico. Difficoltà cioè nell’attribuire un nuovo significato, e dunque una nuova forma, agli spazi indecisi che i processi della vita urbana contemporanea producono come scarto, come spazio residuale. Lavorare sul vuoto, nel tentativo di definirne forma e significato, non significa lavorare sulla superficie delle cose. Quantomeno non solo. Riconoscere, da un punto di vista urbano e morfologico, lo spazio vuoto delle nostre città come un tema sensibile, una diffusa rete di aree in attesa di progetto, è una delle principali sfide che la disciplina architettonica deve affrontare con gli strumenti che le sono propri, eludendo facili soluzioni di arredo, attrezzature e abbellimento dello spazio.
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