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Una nuova pagina inedita dell’omelia crisostomica Quod frequenter conveniendum sit: testo critico, traduzione italiana e note di commento

    1. [1] Università di Genova
  • Localización: Acme : annali della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano, ISSN 0001-494X, Vol. 75, Nº. 1, 2022, págs. 45-56
  • Idioma: italiano
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      This paper deals with John Chrysostom’s homily Quod frequenter conveniendum sit(CPG 4441.03). In particular, the aim of the article is the publication of the critical text, for the first time ever, of a section of the homily that is missing in the ms. Ott. gr. 431 – used by Bernard de Montfaucon to accomplish the first edition of the Undecim novae homiliae which this manuscript transmits – since the f. 171 fell. Thanks to the discovery of the ms. Stavronikita 6, which took place in the mid-1950s, it is now possible to ful-fill the gap of the ottobonianus manuscript, because the Mount Athos’ codex conveys the same homilies’ series providing however the complete text where that of the Vat-ican is lacking. This work is therefore composed of the critical text of the excerpt so far unpublished, the corresponding italian translation and some commentary notes.

    • italiano

      Il presente contributo vuole prendere in esame l’omelia Quod frequenter conveniendum sit (CPG 4441.03) del vescovo di Costantinopoli Giovanni Crisostomo (ca. 350-407). In particolare, scopo del lavoro è quello di pubblicare per la prima volta il testo, critica-mente edito, di una porzione dell’omelia mancante nel codice Ott. gr. 431 – utilizzato da Bernard de Montfaucon per la prima edizione delle Undecim novae homiliae che esso trasmette – a causa della caduta del f. 171. Grazie alla scoperta del codice Stavronikita6, avvenuta a metà degli anni ’50 del XX secolo, è ora possibile colmare la mutilazione del codice ottoboniano, dal momento che il manoscritto atonita trasmette la medesima serie di omelie, offrendo però il testo integrale laddove quello del ms. vaticano è lacu-noso. Tale lavoro si compone dunque, oltre che del testo critico del passo finora ignoto, anche della relativa traduzione italiana e di alcune brevi note di commento.


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