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Hegel: la logica come manifestazione della latenza dell’assoluto

    1. [1] Universidad Autónoma de Madrid

      Universidad Autónoma de Madrid

      Madrid, España

  • Localización: Giornale di Metafisica: revista bimestrale di filosofia, ISSN 0017-0372, Vol. 34, Nº. 3, 2012 (Ejemplar dedicado a: Questioni aperte in Hegel. A 200 anni dalla "Scienza della logica")
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • Il fallimento degli sforzi umani nel cogliere l’assoluto è il fallimento della teologia cosiddetta “razionale”, ovvero della considerazione di Dio como abbordabile dalla ragione umana. Vi sono due poli che si sono avvicinati pedem aliquantulum con un certo successo a questo mistero: l’estremo della semplicità (Aristotele) e quello della complessità (Hegel). In entrambi i casi ci si trova davanti ad una rassegnazione e ad una speranza: non è possibile dire ciò che l’Assoluto è, e seppure quello che non è, ma solo dire, pace Wittgenstein, l’impossibilità di dire per intero ciò che l’assoluto è/non è. La Logica hegeliana rende esplicita in maniera esaustiva questa impossibilità, che a partire dal suo occultamento consente di lasciar essere o non essere, lasciare che si manifesti in modo affermativo o negativo tutto ciò che sembrava limitarsi a voler essere, semplicemente. Solo che ogni manifestazione implica una riflessione: riflessione che, rinviando su di sé, riflette sull’altro. Considerata in maniera assoluta, questa relatio si dirige verso un mistero che origina al contempo la domanda, ciò che si domanda e colui che domanda, ma che in questa tripla origine resta sempre alle spalle.


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