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La polemica sulla nobiltà nell’Italia del Quattrocento

  • Autores: Claudio Finzi
  • Localización: Cuadernos de filología clásica. Estudios latinos, ISSN 1131-9062, Vol. 30, Nº 2, 2010, págs. 341-380
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • The debate over nobility in Fifteenth Century italy
  • Enlaces
  • Resumen
    • español

      Nel 1440 Poggio Bracciolini scrive e diffonde il suo De nobilitate, nel quale sostiene che la vera nobil-tà deriva esclusivamente dalla virtù e non dall’antichità della stirpe e dalla ricchezza; inoltre critica du-ramente le aristocrazie effettive delle città italiane e dei popoli stranieri, salvando la sola Firenze. Datutta italia arrivano molte dure e risentite repliche, che danno vita a una polemica di grande rilievo poli-tico e sociale. Leonardo da Chio (genovese), Lauro Quirini e Paolo Morosini (veneziani), Jacopo diPorcìa (friulano) e Tristano Caracciolo (napoletano), pur senza negare l’importanza della virtù, sosten-gono tutti la nobiltà di sangue e ricchezze e difendono dalle accuse di Poggio le aristocrazie delle pro-prie città. Alla fine del secolo Antonio De Ferrariis (pugliese) sostiene nuovamente l’idea della nobiltàconseguita soltanto per virtù.

    • English

      in the year 1440, Poggio Bracciolini wrote his work «De nobilitate», where he asserted that truenobility results only from virtue and not from lineage and old wealth. Moreover, he censured all the realaristocracies of the italian cities, except Florence, and foreign countries. Many very harsh angry repliescame from italian cities, which carried on a very heated controversy. Leonardo da Chio (Genoa), LauroQuirini and Paolo Morosini (Venice), Jacopo di Porcìa (Friuli) and Tristano Caracciolo (naples),although they acknowledged the importance of virtue, it was nobility from lineage and old wealth theydefended the most. At the end of the century, Antonio De Ferrariis (Lecce) re-asserted that nobilitycould result only from virtue.


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