In the Elegy of Madonna Fiammetta, Giovanni Boccaccio writes through the eyes of a young woman adopting a first-person narrative in order to recount an intimate love – but also psychological – experience. The main source can be found in the Heroides, from which the author resumes the modalities of the female monologue. Furthermore, he tries to give a moral purpose to the story along the lines of the medieval limits of Ovid’s exegesis. Therefore, this article aims to examine the persuasive strategies and rhetorical devices employed in the woman’s speech and in the exemplary narrative – for the dialogic parts as well as the soliloquies in which the narration is structured. Some works has been taken into consideration in order to execute an accurate source research. These include various classical and Medieval Latin texts recorded by Boccaccio himself in his work Zibaldoni and the vernacular literary tradition of the Italian area – among which Dante’s Vita Nova stands out above all others. Moreover, some French works that the author had the opportunity to find out during his stay at the Angevin court in Naples has been examined.
Nell’Elegia di Madonna Fiammetta Giovanni Boccaccio fa propria la voce di una fanciulla per narrare in prima persona un’intima esperienza amorosa e psicologica. La fonte principale è riscontrabile nelle Heroides, da cui il certaldese riprende le modalità del monologo al femminile e l’intento di conferire una finalità morale alla vicenda, sulla falsa riga dei limiti medievale dell’esegesi ovidiana. L’articolo pretende esaminare le tecniche retorico-persuasive impiegate nel discorso della donna e funzionali al racconto esemplare, tanto per quanto riguarda le parti dialogiche come i soliloqui in cui la narrazione si articola. Per mettere in atto un’accurata ricerca sulle fonti, saranno presi in considerazioni non solo i testi classici e mediolatini che Boccaccio registrò nei suoi Zibaldoni, ma anche le tradizioni letterarie in lingua volgare di area italiana, tra le quali spicca sopra ogni altra la Vita Nova di Dante. A queste si aggiungeranno le opere di area francese che l’autore ebbe modo di conoscere durante il suo soggiorno presso la corte angioina a Napoli.
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