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Fine vita e suicidio assistito. Dalla Corte costituzionale a una disciplina legislativa. Il disegno di legge n. 2553

    1. [1] Università Cattolica del Sacro Cuore
  • Localización: Rivista italiana di diritto e procedura penale, ISSN 0557-1391, Nº 3, 2022, págs. 949-973
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • End-of-Life Care and Assisted Suicide. F rom the Position of the Constitutional Court to a Legislative Framework. Bill no. 2553
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • italiano

      L'A. discute il disegno di legge sulla morte volontaria medicalmente assistita, approvato lo scorso marzo dalla Camera dei deputati. Esplora dapprima le ragioni per cui la Corte costituzionale, nel 2019, ha dichiarato non punibile l'aiuto al suicidio soltanto in talune situazioni di estrema gravità, quando la persona, ancora capace di decisioni consapevoli, sia affetta da una patologia irreversibile fonte di sofferenze insopportabili e sia tenuta in vita da un trattamento di sostegno vitale. Dopo di ciò, l'A. si chiede se la proposta segua le linee tracciate dalla Corte, oppure se ne allontani. Sul punto, ritiene che da un lato l'aggiunta, accanto alla “patologia”, di una non altrettanto chiara “condizione clinica”, dall'altro lato il ruolo riduttivo assegnato alle cure palliative, estendano la non punibilità dell'aiuto al suicidio oltre i principi auspicati dalla Corte per la disciplina della materia. L'A. sottolinea i pregi di mediazione e di equilibrio della decisione della Corte e si augura pertanto che la legge si attenga il più possibile ai suoi criteri: teme infatti che gli ampliamenti suggeriti dalla proposta, in un contesto di radicali contrapposizioni tra le forze politiche, ritardino ulteriormente una legge a lungo rinviata. A proposito di novità del disegno di legge, infine, l'A. pone in evidenza sia l'obiezione di coscienza del personale sanitario, sia soprattutto la previsione che intende affidare al SSN e alle Regioni la pratica attuazione della legge, ciò che introdurrebbe, in quei casi, un autentico diritto di aiutare il suicidio e di suicidio: un approdo al quale la Corte costituzionale non si è sinora spinta.

    • English

      The Author discusses the proposed bill on medically assisted voluntary death, which was approved last March by the Italian House of Representatives. He first explores the reasons why, in 2019, the Constitutional Court declared aiding suicide to be non-punishable only in a limited number of extreme situations, i.e. when a person who is still capable of conscious decision-making is suffering from an ‘irreversible disease'causing unbearable pain and is kept alive by life-support treatments. The Author wonders whether the proposed bill follows the guidelines set by the Court or it departs from them. On this point, he considers that adding a not-so-clear “clinical condition” to the “disease” and reducing the role of palliative care result in an extension of the non-punishability of aiding suicide beyond the principles suggested by the Court when ruling on this issue. The Author emphasizes the well-balanced, compromise approach embraced by the Court and hopes that the law will comply with it as much as possible, because he fears that the extensions suggested in the bill, in a context of radical disagreement among political forces, may further delay a law that has long been postponed. Lastly, with regard to the innovations brought by the bill, the Author highlights both the conscientious objection of the medical staff and, above all, the provision that intends to entrust the NHS and the Regions with the practical implementation of the law, which would introduce, in those cases, a genuine right to aid suicide and to commit suicide, which is something that, so far, the Constitutional Court has not been willing to endorse.


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