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Resumen de L’oracolo della voce: digressioni boccacciane nella biografia dantesca di Gian Mario Filelfo, esemplata da Felice Feliciano

Silvia Fiaschi

  • English

    This paper presents an original and innovative research on Gian Mario Filelfo’s Vita Dantis (1468), hitherto neglected by scholars for prejudicial reasons. Here, for the first time, the work is the object of an in-depth philological, historical and literary analysis that sheds light on its genesis, intentions and aims; on the sources used (with particular reference to Boccaccio); on its formal characteristics, and on the cultural context and the material features of it as a book; this last expertise reveals important relations with the artistic circles of the second half of the fiftheent century: actually, in the splendid codex unicus Laurentianus Plut. 65.50, the hand of Felice Feliciano has been recognised. This acquisition allows us to add an important piece to the cultural network surrounding Feliciano and Filelfo junior. Among the main novelties brought by the study, some can be mentioned: the identification of a hint to the Epistle to Cangrande, previously unknown; the introduction of the concept of ‘poet-creator’, which seems to find in the work its first formulation (probably not unknown to Landino); the re-proposition of issues related to the debate on Latin language whose beginning dates back to the 1430s

  • italiano

    Il saggio presenta una ricerca originale e innovativa sulla Vita Dantis di Gian Mario Filelfo (1468), finora trascurata dalla critica per ragioni pregiudiziali. L’opera viene qui per la prima volta sottoposta ad una approfondita analisi filologica, storica e letteraria, che ne mette efficacemente in luce la genesi, gli intenti, le finalità, le fonti utilizzate e le modalità della loro rielaborazione (con particolare riferimento a Boccaccio); ma anche i caratteri formali, il contesto culturale del suo allestimento e della sua confezione in forma di libro, che rivelano importanti relazioni con gli ambienti artistici della seconda metà del sec. XV: nello splendido codex unicus Laurenziano Plut. 65.50, infatti, viene riconosciuta la mano di Felice Feliciano. Tale acquisizione consente di aggiungere un importante tassello ai rapporti che legarono l’antiquario veronese al Filelfo minore. Fra le principali novità portate dallo studio si segnalano, inoltre, l’individuazione di un accenno all’Epistola a Cangrande, rimasto finora ignoto; l’introduzione del concetto di ‘poeta-creatore’ che parrebbe trovare nell’opera la sua prima formulazione (verosimilmente non estranea al Landino); la riproposizione di questioni inerenti il dibattito sulla lingua latina avviato sin dagli anni ’30 del Quattrocento.


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