L’Accademia dei Rinascenti, fondata dal Principe Emanuele Gesualdo nel 1612 a Venosa, ebbe per impresa la falena di un baco da seta in procinto di uscire dal suo bozzolo, con il motto «Imbuet alas». L’articolo mira a contestualizzare l’impresa nel sistema culturale di riferimento (con uno sguardo particolare alla trattatistica), che lo aveva fatto oggetto di varie letture, da quella amorosa a quella moralistico-religiosa; conseguentemente, si pone l’obiettivo di circoscrivere il significato che il simbolo assume nel sodalizio venosino. Un’analisi specifica è dedicata al sonetto di accompagnamento, parte nodale del sistema-impresa, di cui sono evidenziati alcu-ni collegamenti interdiscorsivi con altri testi incentrati sul tema. Ciò che emerge è che la lettura del baco da seta fatta dai Rinascenti si colloca al crocevia tra le in-terpretazioni cinquecentesche e quelle decisamente concettose di cui invece l’ani-male è fatto oggetto nel suo exploit seicentesco. Il contrasto tra l’involucro esterno, effimero e caduco, e la falena-anima, rinascente e immortale, oltre a richiamare il piano meta-discorsivo di corpo e anima dell’impresa, su un altro livello definisce l’esercizio letterario degli intelletti che nel bozzolo-accademia divengono alati e si innalzano a un superiore livello di virtù
The Accademia dei Rinascenti (the Academy of the Reborn), was founded by Prince Emanuele Gesualdo in Venosa in 1612. It had the impresa (image) of a silk-worm moth about to emerge f rom its cocoon, together with the motto «Imbuet alas». My article attempts to contextualize the impresa with its cultural references, particularly in the light of contemporary treatises. These made it the subject of various interpretations, f rom the amorous to the moralistic-religious. Thus my aim is to circumscribe the meaning assumed by the image within the Venosa Acad-emy. I dedicate particular analysis to the accompanying sonnet, a key part of the impresa system, and where I highlight several interdiscursive links with other texts focusing on the theme. What emerges is that the interpretation of the silkworm made by the Rinascenti stands at a crossroads between previous sixteenth-century interpretations and those full of conceptualization about the creature in its seven-teenth-century exploit. The contrast between an external appearance, ephemeral and transient, and the moth-soul, reborn and immortal, recalls the meta-discursive plane of body and soul of the impresa. On another level it defines the literary exer-cise of intellects within the cocoon-academy as their minds grow wings and rise to a higher level of virtue
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