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Resumen de Rileggendo il De Europa di Enea Silvio Piccolomini

Giuseppe Marcellino

  • italiano

    Nella figura di Enea Silvio Piccolomini, poi Papa Pio II, alcuni studiosi d’oltral-pe hanno recentemente tentato di identificare il ‘padre dell’Europa’. Il contributo personale dell’umanista allo sviluppo dell’idea di ‘Europa’, in realtà, può essere compreso pienamente solo attraverso la disamina delle vicende storiche, culturali e religiose in cui egli fu coinvolto in prima linea prima come segretario dell’Impe-ratore Federico III, poi in qualità cardinale e infine Pontefice. Il saggio, in partico-lare, propone una lettura critica del De rebus gestis Friderici III, opera comunemente nota con il fortunato titolo De Europa, nella quale si ricostruiscono eventi cruciali dell’Europa moderna, quali il sorgere degli Stati nazionali, la loro collaborazione in un contesto di minaccia esterna e il rapporto con l’Oriente musulmano. La di-samina del testo alla luce dell’attività politica e letteraria del Piccolomini consente di ritrarre un quadro complesso, in cui la delimitazione dello spazio europeo vie-ne condotta in opposizione a un’alterità musulmana considerata barbara, in piena opposizione quindi con quei principî di tolleranza religiosa e integrazione a cui dovrebbe guardare l’Europa di oggi e domani.

  • English

    Scholars on the other side of the Alps have recently sought to characterize Enea Silvio Piccolomini, later Pope Pius II, as “the father of Europe.” This human-ist’s contribution to the development of the idea of ‘Europe” can only be fully un-derstood through an examination of the historical, cultural, and religious contexts that intersected with his life, first and foremost as secretary to Fredrick III, later in the capacity of cardinal, and ultimately as the Pope. This essay offers a critical read-ing of the De rebus gestis Friderici III, a work commonly known by its fitting title of De Europa and which recounts pivotal events for the formation of modern Europe including the emergence of nation states and their coordinated efforts to face the encroachment of Islam f rom the East.An examination of this text with attention to the political and literary activities of Piccolomini paints a complex picture. It is a picture in which the defintion of european borders is an outgrowth of tensions surrounding an Islamic otherness considered barbaric and thus in direct contrast to the principles of tolerance and inclusivity which characterize the Europe of the present and future


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