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Scricchiola il c.d. “41-bis ord. penit.”: la “censura” sulla corrispondenza tra recluso e avvocato lede il diritto di difesa

    1. [1] Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
  • Localización: Processo Penale e Giustizia: Rivista di dottrina e giurisprudenza, ISSN-e 2039-4527, Nº. 6, 2022, págs. 1373-1418
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • The so-called ‘41-bis ord. penit.’ creaks: the ‘censorship’ of correspondence between inmate and lawyer infringes the right of defence
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  • Resumen
    • English

      Tailored to meet the needs of prevention, the differentiated regime of the ‘hard prison’ is once again undermined by the Judge of Laws. The "censorship visa" for communications between prisoners and internees subjected to the executive archetype and their lawyers is eliminated; deciphering issues that had remained unresolved over time, dignity is thus restored to the rights to freedom and secrecy of correspondence and (above all) of defence (Articles 15 and 24 of the Constitution), as well as, in a broader perspective, to the value of due process (Articles 111 of the Constitution and 6 of the European Convention on Human Rights). There is, however, the question to be asked whether the choice, adhering to the principles of humanisation and re-educational purpose of the sanction collides with the need, equally deserving of protection, integrating the certainty of punishment, the protection of the community and the prevention of crime.

    • italiano

      Confezionato per soddisfare esigenze di prevenzione, il regime differenziato del ‘carcere duro’ viene scalfito, ancora una volta, dal Giudice delle leggi. Si elimina il “visto di censura” per le comunicazioni tra detenuti e internati sottoposti all’archetipo esecutivo e il proprio legale; decifrando problematiche rimaste insolute nel tempo, si ridona, così, dignità ai diritti alla libertà e segretezza della corrispondenza e (soprattutto) di difesa (artt. 15 e 24 Cost.), oltre che, in prospettiva più ampia, al valore del giusto processo (artt. 111 Cost. e 6 Cedu). V’è, nondimeno, da chiedersi se la scelta, aderente ai principi di umanizzazione e finalità rieducativa della sanzione collimi con l’esigenza, egualmente meritevole di protezione, integrante la certezza della pena, la tutela della collettività e l’impedimento del crimine.


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