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Resumen de La violazione di sepolcro dalla Repubblica al Principato tra actio e crimen

Laura D'Amati

  • italiano

    La prima tutela specifica nei confronti della violazione di sepolcro era stata apprestata dal pretore nel suo editto intorno alla seconda metà dell’ultimo secolo della Repubblica attraverso la concessione di un’azione penale privata contro chi violava il sepolcro danneggiando la sua struttura. La legittimazione attiva spettava al titolare del ius sepulchri, con condanna pecuniaria determinata secondo un principio equitativo, e in sua assenza a qualsiasi terzo, con condanna fissa. L’offesa diretta ai resti umani aveva invece trovato tutela in un rescritto di età severiana diretto a colpire nell’ambito della repressione criminale extra ordinem chi violava un sepolcro con l’obiettivo di spogliare dei vestiti e dei monili un defunto regolarmente seppellito. La particolare rilevanza dell’offesa giustificava la più grave sanzione della pena capitale. Di un crimen sepulchri violati riferito al sistema dell’ordo dava notizia invece Macro, riconducendo le violazioni di sepolcro nell’ambito repressivo della lex Iulia de vi, di paternità e data incerta, ma comunque ascrivibile al più tardi al primo secolo dell’Impero. La conclusione ipotizzata è che nel volgere del tempo la violazione di sepolcro fosse stata punita su più fronti, e che pur intrecciandosi le diverse condotte illecite in un’unica fattispecie, la repressione privata e quella pubblica seguissero un diverso percorso, secondo linee ininterferenti tra loro, in considerazione del differente ambito di applicabilità di ognuna di esse.

  • English

    The first specific legal protection against the violation of a sepulcher was set by the Praetor in an edict redacted around the second half of the last century of the Republic. This was done in order to give the chance of private prosecution against those who damaged the sepulcher. Power of action was given to the holder of the ius sepulchri, with potential monetary compensation set by equitable principles. In the absence of the holder, the compensation was set to a fixed sum. Direct offense on human remains instead found legal grounds in a rescript from the age of Severus. Such grounds were established to protect against extra ordinem criminal acts involving tomb raiders. These offenses were punished by death. Macro gives an example of a crimen sepulchri violati in the ordo system, and connects violations of a sepulcher to the Lex Iulia de vi, which is of uncertain origins, but nonetheless most likely traceable to the first century of the Empire at the latest. The conclusion offered in this paper is that throughout time different illicit acts were punished as violation of a sepulcher but, regardless of these grounds converging to a single criminal act, public and private punishment followed different paths.


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