Il lavoro muove da una constatazione testuale, relativa ad una presenza che incornicia il Contra Laurentium Vallam , De falsa Donatione Constantini di Steuco (1547), nel quale viene allegata l’auctoritas del De sermone di Giovanni Pontano: un’auctoritas apparentemente periferica rispetto al quid del trattato. Ma l’opera pontaniana costituisce il punto più alto di una tradizione critica antivalliana, che concorre in maniera del tutto funzionale al ribadimento non tanto degli scopi legittimanti la veridicità del fake “costantiniano”, quanto dell’escussione di quest’ultimo alla luce di una dottrina filologica che ha messa pienamente a frutto la lezione della più avanzata scuola umanistico‐rinascimentale.
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