In recent years, there has been a lively discussion about the role of large companies. The focus is on the interests of third parties and, above all, on whether and in what way environmental, social and governance issues should be addressed. And the main question is whether this “responsibility” should take place throughmere voluntary action or even be imposed by the legislator with mandatory rules. An important role in this regard seems to be exercised (at least in the intentions of the European legislator) by shareholders (rectius, by institutional investors) and by the directors. The attribution “from above” of a “social function” to large companies raises, however, more than a question and, last but not least, also raises questions about the respect of the principles enshrined in Italian Constitution.
Negli ultimi anni si discute alacremente sul ruolo che le grandi società devono svolgere. L’attenzione è rivolta agli interessi dei terzi e, soprattutto, a verificare se ed in che termini ci si debba occupare di profili ambientali, sociali e di governance. E l’interrogativo principale consiste nel chiedersi se questa “responsabilizzazione” debba avvenire attraverso meri fenomeni volontari o essere addirittura imposta dal legislatore con norme imperative. Un ruolo importante in tal senso sembra dover essere esercitato(almeno nelle intenzioni del legislatore europeo) dai soci (rectius, dagli investitori istituzionali) e dagli amministratori. L’attribuzione “dall’alto” di una funzione “sociale” alle società di grandi dimensioni desta, però, più di un interrogativo e, non ultimo, solleva pure quesiti in ordine al rispetto dei principi sanciti dalla nostra Costituzione.
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