Proponemos algunas consideraciones sobre el tema de la memoria a través de la lectura de las Verrines de Cicerón, fuentes fundamentales, junto con las arqueológicas, para el estudio de la Sicilia tardorrepublicana. La dispersión provocada por los robos de arte de Verre constituye un proceso destructivo de la memoria, a partir de las imágenes, ligadas indisolublemente a su contexto. El mensaje de los Verrines sigue vigente especialmente en lo que se refiere al comercio clandestino de obras de arte.
Proponiamo alcune considerazioni sul tema della memoria attraverso passi scelti delle Verrine di Cicerone, che rappresentano, accanto alle fonti archeologiche, una testimonianza fondamentale per lo studio della Sicilia di età tardorepubblicana.
Le opere d’arte siracusane facenti parte del bottino di Marcello sono all’origine di una vera e propria svolta nel gusto dei Romani, attratti per la prima volta dal fascino irresistibile dell’arte greca. La dispersione delle opere determinata dal fenomeno dilagante del collezionismo privato e dai furti di Verre innesca un processo distruttivo della memoria identitaria, ancorata alle immagini, indissolubilmente legate al loro contesto di appartenenza.
La lettura delle Verrine, e del De signis in particolare, offre spunti attuali di riflessione, specie riguardo alla piaga del commercio clandestino delle opere d’arte.
We propose some considerations on the theme of memory through the reading of Cicero’s Verrines, fundamental sources, with the archaeological ones, for the study of Sicily during the late Republican period. The dispersion caused by the art thefts of Verre constitutes a destructive process of the memory, based on the images, linked inextricably to their context. The message of the Verrines is still actual especially regarded to clandestine trade of artworks.
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