La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
The middle of the 15th century was a complicated period for the Crown of Aragon and especially for Barcelona: Alfonso V was engaged in the Italian wars, particularly against Florence and Milan, Genoa and Venice; the Kingdom of Naples had been annexed to the Crown, and required major efforts for its maintenance; at the same time, from the Catalan capital, demands for a “democratic” opening of the Council of Hundred were coming, which led to an evident internal instability, partly resulted from a proven monetary crisis and from the scarce capacity to manage the economy. Despite this, merchants, ship owners and bankers continued to advance their economic interests in the Mediterranean, even using institutions with a corporative nature, such as the Consulate of the sea. By analysing some registers containing protests of bills of exchange managed by the notary of the Consulate of Barcelona, an attempt will be made to highlight the evolution of Catalan mercantile-financial networks, particularly along the route to Southern Italy. The study will not analyse the technical use of the instrument of exchange, its aim will be bringing to light the strategies and protagonists in the process of insertion of mercantile and financial capital in Italy during the reign of Alfonso the Magnanimous and especially during the war against Florence. With this approach, the names of those people who were the protagonists of the large, daily movements of money between the political and commercial centres of the Catalan-Aragonese Commonwealth will emerge. An initial reconstruction of their activities and movements will be attempted, as well as connections with the most important operators in the European financial system, i. e. the Tuscans.
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