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Resumen de 'Sanza che alla mia penna non dee essere meno d’auttorità conceduta che sia al pennello del dipintore': considerazioni sulla pittura di Giotto da Giovanni Boccaccio a Roberto Longhi •

Chiara Murru

  • italiano

    A partire dalla novella 5 della VI giornata del Decameron, il contributo si propone di inserire la posizione di Boccaccio sull’arte giottesca in un breve confronto con la storiografia artistica successiva fino alle considerazioni espresse da Roberto Longhi nel saggio Giotto spazioso. Si vuole in particolare analizzare l’importanza delle parole di Boccaccio in relazione alla coscienza dell’avvio di una nuova era artistica e dimostrare in che modo si può parlare, per il Certaldese, di una prima vera valutazione critica del rinnovamento dell’arte operato da Giotto.

  • English

    Starting from Decameron, VI 5, this paper aims to present Boccaccio’s position on Giotto art in a brief comparison with the subsequent artistic historiography up to the considerations expressed by Roberto Longhi in Giotto spazioso. Specifically, we want to analyse the importance of Boccaccio’s words in relation to the awareness of the eginning of a new artistic era and demonstrate how it is possible to speak, with respect to Boccaccio, about a first real critical evaluation of a renewal introduced by Giotto into art.


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