Nel molto citato Preliminari sulla lingua del Petrarca (1955) Contini segnò con nettezza le traiettorie della letteratura italiana, ossia quella espressionista, capitanata da Dante, e la petrarchesca: una scissione che s’è inverata in un infiammato antagonismo. Presa per buona questa partizione, d’acchito viene da pensare che Sandro Penna sia un patrizio della compagnia dei petrarchisti novecenteschi; eppure, a cercare bene, qualche riferimento dantesco, brillante o occulto, si può rintracciare. In questo saggio, il primo che approfondisce tale questione, sono rubricati alcuni esempi di ricezione creativa che non solo provvedono a una più ampia comprensione delle fonti penniane ma pure dimostrano come la Commedia sia penetrata in luoghi finora ritenuti stranieri
Contini clearly outlined the two parallel directions of Italian literature, namely the expressionist one, led by Dante, and the Petrarchan: a division that has resulted in fierce antagonism. If this partition is true, at first sight, one would think that Sandro Penna is a noble member of contemporary Petrachism.
However, in his work a few Dantean references – some crystal clear, others concealed – can be found. In this paper, the first to address such issue, are collected several examples of creative reception which, on one hand, give a deeper understanding of Penna’s literary sources and, on the other, illustrate how the Divine Comedy has entered places until now believed to be foreign.
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