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Predisposizione ai rapporti di schiavitù e ruolo del diritto internazionale privato al vaglio della giurisprudenza CEDU sulla maternità surrogata

    1. [1] Università degli Studi di Brescia

      Università degli Studi di Brescia

      Brescia, Italia

  • Localización: Freedom, Security & Justice: European Legal Studies, ISSN-e 2532-2079, Nº. 1, 2022 (Ejemplar dedicado a: Il ruolo delle Corti nella costruzione dello Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia), págs. 172-208
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Predisposition to relationships of slavery and role of private international law under the scrutiny of echr jurisprudence on surrogacy
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      In the framework of the subsidiary and dialectical relationship between the ECtHR and national courts, the discipline of surrogacy, although initially assimilated to that form of slavery defined as "trafficking in human beings", is increasingly orienting itself towards forms of protection inspired by the superior and exclusive interest of the child that art. 8 of the ECHR provides for vulnerable family relationships. Despite its merits, however, such an approach does not prove capable of affecting the anti-legal and anti-social mentality that distinguishes surrogacy practices and that the Italian Private International Law (PIL), on the contrary, contributes to counteract. An action to raise awareness in favor of the creation of a solid culture of PIL, which has at its center the individual and his ability to self-regulate, connect and interact, could in this sense represent a useful contribution to affirm appropriate models of individual and collective responsibility and to facilitate, therefore, the abandonment of slave-type models

    • italiano

      Nel quadro del rapporto sussidiario e dialettico fra la Corte EDU e le Corti nazionali, la disciplina della maternità surrogata (m.s.), benché inizialmente assimilata a quella forma di schiavitù definita come “traffico di esseri umani”, mostra di orientarsi sempre più spesso verso forme di tutela ispirate al superiore ed esclusivo interesse del minore che l’art. 8 CEDU prevede per i rapporti familiari vulnerabili. Nonostante i suoi pregi, tuttavia, un tale approccio non si dimostra in grado di incidere sulla mentalità antigiuridica e antisociale che contraddistingue la m.s. e che il Diritto internazionale privato (DIP) italiano, viceversa, concorre a contrastare. Un’azione di sensibilizzazione a favore della creazione di una solida cultura di DIP, che abbia al suo centro l’individuo e la sua capacità di autoregolamentazione, connessione e interazione, potrebbe in questo senso rappresentare un utile contributo per affermare modelli di responsabilità individuale e collettiva del tutto consoni agli scopi del DIP e agevolare, quindi, l’abbandono dei modelli di tipo schiavistico


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