Procedural public order, which is intended to guarantee respect for the principles of procedure and the rights of the defence associated with a fair trial, is one of the limits that remain in place to prevent the effects, in the European judicial area, of a decision rendered in contempt of fundamental procedural guarantees. Some of the specific contents of procedural public policy identified by the Court of Justice have also been examined by the European Court of Human Rights, which has had to rule on the compatibility of the principle of mutual recognition with Article 6 ECHR. From the analysis carried out it emerges that both Courts maintain a restrictive approach to the exception of procedural public order, and the Strasbourg Court seems to have less occasion to intervene to guarantee the rights examined, since the European Union, also at the jurisdictional level, appears to be capable of autonomously guaranteeing the protection of rights inspired by fair trial. At the end of the work, the obligations that the interpretation provided by the Court of Justice imposes on national judges (in this case Italian) when invoking procedural public policy as a ground for refusing to recognise or enforce a foreign decision will be examined.
L’ordine pubblico processuale, volto a garantire il rispetto dei principi di natura procedurale ed il diritto di difesa, connessi all’equo processo, costituisce uno dei limiti che restano in vigore per ostacolare gli effetti, nello Spazio giudiziario europeo, di una decisione pronunciata in spregio alle garanzie processuali fondamentali. Alcuni contenuti specifici dell’ordine pubblico processuale enucleati dalla Corte di giustizia sono stati oggetto di disamina anche da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo che si è trovata a doversi pronunciare sulla compatibilità con l’art. 6 CEDU del principio del mutuo riconoscimento. Dall’analisi svolta emerge che entrambe le Corti mantengono un approccio restrittivo dell’eccezione dell’ordine pubblico processuale, e la Corte di Strasburgo sembra avere meno occasione di intervenire per garantire i diritti esaminati, in quanto l’Unione europea, anche sul piano giurisdizionale, appare capace di assicurare autonomamente la tutela dei diritti ispirati all’equo processo. Alla conclusione del lavoro saranno vagliati gli obblighi che l’interpretazione fornita dalla Corte di giustizia impone ai giudici nazionali (nel caso di specie italiani) nell’invocare l’ordine pubblico processuale quale motivo di diniego del riconoscimento o dell’esecuzione di una decisione straniera.
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