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Giuseppe Piazza e La nostra Terra Promessa

    1. [1] University of Bergamo

      University of Bergamo

      Bérgamo, Italia

  • Localización: Cuadernos de filología italiana, ISSN 1133-9527, Nº. 28, 2021, págs. 267-289
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Giuseppe Piazza and La nostra terra promessa
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      La nostra terra promessa is the title of the reportage published by the Sicilian journalist Giuseppe Piazza and released by the monarchical editor Lux in late 1911. The book collects the articles sent by Piazza from Libya to the Roman newspaper La Tribuna during the previous months. In 1912, Piazza also published Come conquistammo Tripoli (Lux, 1912), where he collected his last articles written for La Tribuna from the Libian war front. La nostra terra promessa is a chimeric and grandiloquent description of Libya, aiming to present the conquest of this territory as an indispensable objective for Italy in terms of resources and prestige. In his reportage, Piazza also clearly develops the concept of the colonial war as a powerful way to unify the Italian people and to give a major role to the masses in the political and social life of Italy. Against Piazza’s voice, as well as Giuseppe Bevione’s and Enrico Corradini’s who also collected their articles from Libya into successful instant books, sided democrat politicians and writers such as Gaetano Salvemini and Napoleone Colajanni. The purpose of this essay is to analyze Piazza’s reportages with a linguistic and philological perspective and to put them in the historical and journalistic context.

    • italiano

      La nostra terra promessa è il titolo del reportage pubblicato presso l’editore monarchico Lux dal giornalista messinese Giuseppe Piazza nel 1911 ed è il frutto delle corrispondenze inviate dalla Libia al quotidiano La Tribuna nella primavera dello stesso anno. Nel 1912 Piazza pubblicava inoltre Come conquistammo Tripoli (Lux, 1912), ove raccoglieva le nuove corrispondenze al giornale inviate dal fronte di guerra. La nostra terra promessa costituisce una descrizione chimerica e magniloquente della Libia e volta a presentarne la conquista come un obiettivo irrinunciabile in termini di prestigio ed economici. In quelle pagine, inoltre, Piazza sviluppa chiaramente il concetto della guerra coloniale come un potente mezzo di unificazione popolare e di riscatto politico e sociale delle masse italiane. Contro la voce di Piazza, così come di Giuseppe Bevione o di Enrico Corradini che pure avevano tratto dalle loro corrispondenze giornalistiche alcuni fortunati instant books, si schierarono i democratici, tra cui Gaetano Salvemini e il repubblicano Napoleone Colajanni. Scopo del presente intervento è quello di porre al centro di un’analisi retorica e filologica i reportage di Piazza, inserendoli all’interno del loro contesto storico e giornalistico


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