La costruzione del personaggio di Beatrice da parte del narratore avviene quando ella ritorna in scena all’altezza degli ultimi canti del “Purgatorio”. Il carattere di accusatrice prima e poi di premurosa accompagnatrice nell’ultimo tratto del Paradiso terrestre e attraverso i cieli del Paradiso rispecchia – secondo Carrai – una concezione figurale, per cui la sua anima costituisce l’adempimento ultraterreno di quella funzione di guida verso il bene cui aveva assolto già nella vicenda terrena della “Vita nova”
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