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Resumen de «Un punto di vista come un altro». Su un quartiere di Milano nella poesia di Luciano Erba

Samuele Fioravanti

  • English

    Spatial Criticism has recently highlighted the relationships between city planning in Milan, contemporary poetry, and neighbourhood life. This paper focuses on the emblematic case of a project promoted in via Solari by the Società Umanitaria, as represented in Quartiere Solari by Luciano Erba (1983). The wealth of documentation on the Beruto plan and on the project by the architect Broglio makes it possible to analyse the original objectives and the failure of the city plan as rendered in Erba's poem. A first survey focuses on critical essays Erba dedicated to the Milanese housing repertoire (villino, condominio, terrazzo) and other poems dedicated to the Lombard suburbs between 1983 and 2002. The paper then proceeds on a comparative basis, underlining the differences between Erba's urban poems and those of other Milanese poets. The results obtained through the comparison enable us to point out Erba's predilection for early Liberty architecture and the rhetorical strategies used to represent the experience of urban spaces on a local scale. Here it is proposed that Erba formed his sensibility for architecture in the 1980s and that critics have emphasized his interest in the following decade. The conclusions envisage the psychological effects of the Liberty suburbs on Erba, in terms of a sense of inconclusiveness, a premonition of detachment, and a necessary memorial recovery.

  • italiano

    Sulla scorta del cosiddetto Spatial Criticism, sono state recentemente messe in luce le relazioni fra l'urbanistica milanese, la poesia contemporanea e la vita di quartiere. Il presente contributo si concentra sul caso emblematico del progetto promosso in via Solari dalla Società Umanitaria, rappresentato nella poesia di Luciano Erba Quartiere Solari (1983). La scelta del componimento è motivata dalla ricchezza di documentazione sul piano Beruto e sul progetto dell'architetto Broglio. L'analisi procede quindi rintracciando nel testo di Erba gli obiettivi originari e i fallimenti del piano urbanistico. Una prima ricognizione sui rapporti fra l'architettura moderna e la poesia di Luciano Erba ripercorre gli interventi critici che il poeta ha dedicato alle diverse tipologie abitative del repertorio milanese (villino, condominio, terrazzo) e i componimenti dedicati alle periferie lombarde fra il 1983 e il 2002. Lo studio procede quindi per via comparativa, sottolineando le differenze tra la poesia urbana di Erba e di altri protagonisti della scena milanese. I risultati ottenuti mediante il confronto permettono di circostanziare la predilezione erbiana per l'architettura Liberty d'inizio Novecento e le strategie retoriche con cui il poeta restituisce l'esperienza dello spazio urbano su scala rionale. Si ipotizza che Erba si sia formato una coscienza architettonica negli anni ottanta e che la critica abbia registrato tale interesse nel decennio successivo. Nelle conclusioni si prospettano le ricadute psicologiche della periferia Liberty su Erba, nei termini di un senso di inconcludenza, di una premonizione del distacco e di un necessario recupero memoriale.


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