I detenuti sottoposti a regime detentivo speciale posson scambiare oggetti all'interno del proprio gruppo di socialità: alvune considerazioni di sistema intorno alla sentenza della Corte cost. n. 97/2020

• Silvia Bernardi ^[1]
  1. [1] University of Milan

     University of Milan

     Milán, Italia

     
• Localización: Rivista italiana di diritto e procedura penale, ISSN 0557-1391, Vol. 63, Nº 4, 2020, págs. 1986-1999
• Idioma: italiano
• Títulos paralelos:
  • Prisoners under the Special Detention Regime can exchange Objects within their Social Group: some Sustematic Considerations on Judgment no. 97/2020 of the Italian Constitutional Court
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• Resumen
  • English

    In the judgment at issue, the ltalian Constitutional Court finds a new incompatibility issue between art. 41-bis of the ltalian Penitentiary Law and articles 3 and 27 of the Constitution. ln fact, the absolute prohibition for prisoners under the special detention regime to exchange objects with members of their social group is considered unreasonable as it does not comply with the social security purposes of the measure and it is merely afflictive. This paper focuses on the reasons behind this decision by interpreting it in light of the case law the Constitutional Court accumulaled over more than 20 years concerning the limits imposed by the Constitution to the possibility of differentiating the treatment of prisoners found guilty of organized crime, but also with reference to the recent judgements on their access to penitentiary benefits.

  • italiano

    Con la pronuncia in commento, la Corte costituzionale riscontra un nuovo profilo di incompatibilità dell'art. 41-bis ord. pen. rispetto agli artt. 3 e 27 Cost.: il divieto assoluto per i detenuti sottoposti a regime detentivo speciale di scambiare oggetti con gli appartenenti al proprio gruppo di socialità viene infatti considerato irragionevole, in quanto incongruo rispetto agli scopi di sicurezza sociale della misura e, pertanto, meramente afflittivo. Nel presente contributo ci soffermeremo sulle ragioni alla base di tale decisione, mettendone in rilievo i profili di continuità non solo rispetto alla più che ventennale giurisprudenza costituzionale in tema di limiti al differenziamento del trattamento penitenziario dei detenuti di criminalità organizzata, ma altresì con riferimento alle recenti sentenze con cui la Consulta si è pronunciata contro l'ammissibilità di automatismi e preclusioni assolute in materia di benefici penitenziari.