Secondo il parere di Maurilio Adriani (1923-2007), il uer sacrum e la deuotio costituirebbero i due estremi in grado di tendere perfettamente il filo magico dell’eroicità italica, rispondendo alla medesima esigenza e, anzi, scaturendo dalla stessa matrice sacrale. Un’argomentazione che sembra un po’ azzardata, soprattutto nel contesto romano. Se, infatti, nel 1892, Auguste Bouché-Leclercq (1842-1923) aveva incluso nel concetto di deuotio anche il uer sacrum, nella seconda metà del XX secolo Raffaele Pettazzoni (1883-1959), pur osservando una certa somiglianza tra le due forme votive, ne aveva escluso implicazioni magiche. Questo lavoro, in prima istanza, espone sinteticamente i caratteri della deuotio e del uer sacrum, con l’obiettivo di fornire gli elementi necessari per la preparazione alla problematizzazione storico-religiosa e, successivamente, sulla base della tesi formulata da Maurilio Adriani, mostra gli esiti del nostro approfondimento scaturiti da una specifica indagine comparativa
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