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Campagna, città, vincoli di dipendenza personale: il caso del “Regnum Siciliae” in età normanno-sveva

  • Autores: Orazio Condorelli
  • Localización: Rivista internazionale di diritto comune, ISSN 1120-5695, Nº. 30, 2019, págs. 285-317
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • italiano

      La vocazione unitaria della monarchia normanna di Sicilia si tradusse in una costante tensione tra le forze sociali e istituzionali presenti sul territorio: il governo centrale e periferico del re, la città, il feudo, le istituzioni ecclesiastiche, le diverse componenti etniche della popolazione. Le fonti dei secoli XII e XIII rappresentano la città e la campagna come luoghi in cui le relazioni sociali assumevano una diversa configurazione. Le rivendicazioni delle libertà cittadine di fronte ai sovrani o ai signori feudali si definivano in contrapposizione con la condizione degli abitanti delle campagne. Accanto ai liberi coltivatori vi erano i villani, la cui condizione era caratterizzata da vincoli di dipendenza rispetto ai signori (domini). Tali tensioni si rispecchiano anche nella scelte linguistiche della legislazione normanna e sveva. La scienza giuridica fu consapevole che le categorie del diritto comune non erano perfettamente sovrapponibili al communis usus loquendi e agli schemi sociali che questo rappresentava

    • English

      The unitary attitude of the Norman monarchy of Sicily resulted in a constant tension between the social and institutional forces: the central and peripheral government of the king, cities, feudal lordships, ecclesiastical institutions, and the different ethnic components of the population. The sources of the twelfth and thirteenth centuries portray the city and the country as places where social relations followed different forms. The demands of city liberties before sovereigns or feudal lords were defined in opposition to the condition of the inhabitants of the country. Next to the free farmers there were the villains (villani), whose condition was characterized by bonds of dependence with respect to their lords (domini). The linguistic choices of the legislation of the Norman kings and of Frederick II’s Liber Constitutionum mirrored these tensions. Legal science was aware that the categories of the ius commune were not completely superimposable to the communis usus loquendi and to the social schemes that it represented


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