In questo contributo viene proposta une comparazione tra l’aggettivo denominale greco antico in -ιμος e l’aggettivo deverbale latino in -bilis dal punto di vista della loro semantica modale. Nonostante la differente natura della base derivazionale – gli aggettivi in -ιμος sono di solito derivati da nomi d’azione, gli aggettivi in -bilis sono derivati da basi verbali –, entrambe le formazioni possono veicolare un valore modale di possibilità dinamica o di necessità deontica accanto a altri possibili valori modali. Dopo aver presentato il più recente quadro teorico di riferimento per l’interpretazione della categoria semantica della modalità, ci si interroga sull’emergere del valore modale in diacronia e se e in che termini tale valore è inerente ai due suffissi. In seguito, viene tentata una sistematizzazione dei possibili valori modali (o meno) in relazione alla natura della base derivazionale, del contesto sintattico e del referente dell’aggettivo. Viene inoltre proposto di distinguere tra un impiego morfologico (con scope interno alla formazione) e un impiego lessicale (con scope esterno alla formazione) degli aggettivi in -ιμος e in -bilis che ha delle ripercussioni anche a livello dei sensi modali: solo l’impiego lessicale sembra permettere gli impieghi deontico-valutativo e epistemico. Si conclude con le prospettive di ricerca che il confronto delle due formazioni ha aperto: se la comparazione è possibile, gli aggettivi in -bilis presentano una semantica molto più ricca di quella degli aggettivi in -ιμος. Tale differenza, che resta da approfondire, si spiega forse per via del legame più stretto delle formazioni in -bilis con la classe formale del verbo, mentre le formazioni in -ιμος derivano in prevalenza dalla più ristretta classe dei nomi d’azione.
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