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Il lavoro che vorrei. Uno studio sulla capacità di aspirare dei giovani studenti napoletani

    1. [1] Università di Napoli Federico II / Université de Poitiers
    2. [2] Università di Napoli Federico II
  • Localización: Sociologia del lavoro, ISSN 0392-5048, N. 157, 2020, págs. 209-224
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • The work I want. A study on the capacity to aspire of young Neapolitan students
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      After a long season in which the categories of risk and uncertainty have dominated the panorama of social sciences, in recent years the theme of the future has imposed itself in the sociological debate. As evidence of this, aspirations, seen as a fruitful tool for the operationalization of future, have been configured as an indispensable dimension to be explored when studying young people. On the bases of the analysis of 30 life stories of university students collected in Naples, the contribution adopts career aspirations to questioning the relationship between inequality and future. It is highlighted how, despite the generalized difficulty of looking to “tomorrow”, the capital of experience, situated in individual's subjectivity, make the difference in the way young people develop their capacity to aspire more than the institutionalized cultural capital.

    • italiano

      Dopo una lunga stagione in cui le categorie di rischio e di incertezza hanno dominato il panorama delle scienze sociali, negli ultimi anni il tema del futuro si è imposto nel dibattito sociologico. A testimonianza di ciò le aspirazioni, proficuo strumento di operativizzazione dell'avvenire, si sono configurate come un'imprescindibile dimensione da esplorare quando si rivolge lo sguardo in direzione dei giovani. Basandosi sull'analisi di 30 storie di vita di studenti universitari raccolte a Napoli, il contributo utilizza le aspirazioni lavorative per interrogarsi sulla relazione tra disuguaglianza e futuro. Ciò che viene messo in luce è come, nonostante la generalizzata difficoltà di guardare al "domani", a fare la differenza nel modo in cui le nuove generazioni sviluppano la propria capacità di aspirare sia la dotazione di capitale culturale, non tanto nella sua forma istituzionalizzata quanto nella sua più complessa e ampia accezione di capitale di esperienza, situato nella soggettività delle singole biografie.


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