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La piramide dell'informazione: una proposta (seconda parte)

  • Autores: Riccardo Ridi
  • Localización: AIB studi: Rivista di biblioteconomia e scienze dell'informazione, ISSN-e 2239-6152, Vol. 60, Nº. 3, 2020, págs. 527-551
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • La prima parte di questo articolo è stata pubblicata in AIB studi, 60 (2020), n. 2, dove è stata presentata una variante della classica piramide (o gerarchia) DIKW (dati, informazione, conoscenza, saggezza) nella quale la saggezza viene sostituita da due particolari tipi di conoscenza: la coscienza e l’autocoscienza.

      Nella nuova piramide DIKAS (dati, informazioni, conoscenze, consapevolezze, autoconsapevolezze) i dati sono alternanze di continuità e discontinuità nella realtà; le informazioni sono processi di causazione che collegano i dati con altri dati (contenuti in sistemi informazionali sufficientemente complessi da poter essere chiamati ‘sistemi cognitivi’); le conoscenze sono i dati contenuti nei sistemi cognitivi; le consapevolezze sono conoscenze che acquisiscono temporaneamente un livello di accessibilità sufficiente a far emergere il fenomeno della soggettività; infine le autoconsapevolezze sono consapevolezze che hanno come oggetto altre consapevolezze.

      La piramide DIKAS può essere letta sia dal basso verso l’alto che dall’alto verso il basso, e non prevede alcun tipo di ‘progresso’ né qualitativo né etico (spesso invece presente nelle tradizionali piramidi DIKW) in corrispondenza dei passaggi da uno all’altro dei suoi strati.

      La piramide DIKAS è compatibile con varie teorie metafisiche sul rapporto fra corpo e mente, fra cui il riduzionismo materialista, l’emergentismo e il monismo neutrale. Di quest’ultima teoria vengono esposte due varianti ‘informazionali’, rispettivamente riassumibili con le formule ‘it and id from bit’ e ‘it and bit/id from x’. La piramide DIKAS cerca in ogni caso di fornire un contributo al problema filosofico del rapporto fra oggettivo e soggettivo, grazie al ruolo chiave assegnato a un concetto intrinsecamente bifronte – soprattutto se interpretato come processo dinamico e non come entità statica – come quello dell’informazione, che funge da intermediario fra l’oggettività dei dati e la soggettività della coscienza.


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