L’articolo presenta brevemente alcuni tratti dell’esperienza umana contenuta nel fenomeno che la lingua italiana chiama semplicemente di tratta e che include il reclutamento, la deportazione, il confinamento in regime di carcere e il lavoro forzato e in condizioni analoghe alla schiavitù di persone di ambo i sessi, nei più vari settori dell’economia, non solo nell’ambito del sesso a pagamento e del divertimento. Segue una seconda parte con riflessioni alla luce della deportazione del popolo di Israele e, dopo breve excursus storico, nella quarta parte, sono suggeriti elementi di analisi che indicano alle comunità cristiane, nell’ultima parte, piste e categorie per intendere, interpretare e intervenire concretamente per incidere nella realtà della tratta, se non nella prevenzione, almeno nell’assistenza alle vittime e nella coscienza collettiva che può prevenire il perpetrarsi del fenomeno e l’impunità degli sfruttatori, trafficatori o clienti che siano.
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