The paper analyses the judgment of the Court of Justice of the European Union of 13 June 2019, in case C-646/17. In this ruling, the Court of Justice states that the entire national criminal proceeding can now be subject to European Union harmonization interventions; but that in any case European Union law, with particular regard to Directive 2012/13/EU of the European Parliament and of the Council of 22 May 2012, on the right to information in criminal proceedings, does not conflict with the Italian discipline that allows the accused person to request a negotiated penalty during the trial only if there is a change to the accusation that is of a factual nature, and not when the change is of a legal nature. The Author, at the end of the work, reflects on what the consequences of this ruling can be on a national level.
Il lavoro analizza la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea 13 giugno 2019, nella causa C-646/17. In tale pronuncia la Corte di giustizia afferma che ormai l’intero processo penale nazionale può essere soggetto a interventi comunitari di armonizzazione; ma che comunque il diritto comuni- tario, con particolare riguardo alla Direttiva 2012/13/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2012, sul diritto all’informazione nei procedimenti penali, non contrasta con la disciplina italiana che consente all’imputato di chiedere un rito alternativo nel corso del giudizio solo in caso di modifica dei fatti su cui si basa l’imputazione e non in caso di modifica della qualificazione giuridica di quei medesimi fatti. L’Autore, alla fine del lavoro, riflette su quali possano essere le conseguenze di tale pronuncia a livello nazionale.
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