Il presente articolo rappresenta un contributo allo studio delle fonti volgari degli Amorum libri di Boiardo, il cui obiettivo è quello di ridefinirne il rapporto con il modello petrarchesco e approfondire la comprensione di alcuni testi fondamentali. Ci si concentrerà, infatti, sulle liriche 31, 32, 33 del secondo libro degli Amores, in cui è descritta la svolta nella vicenda amorosa e delle quali si evidenzia un debito diretto con il primo canzoniere petrarchista del secolo: la Bella mano di Giusto de' Conti. Proprio il modello giustiano, dietro al quale si nascondono rimandi a una fitta rete intertestuale che riconduce non solo a Petrarca, ma anche a Dante e a Boccaccio, indurrà Boiardo a compiere scelte in completa antitesi con i Rerum vuglarium fragmenta, facendo degli Amorum libri una delle opere più belle e originali della nostra letteratura.
This paper represents a contribution to the study of Boiardo's Amorum libri literary sources, whose purpose is to redefine its relation with the Petrarchich model. We will focus on some fundamental texts in order to further explore their understanding. In lyrics 31, 32, 33 of the second book of the Amores the poet describes the turning point in the love relationship, making clear the influence of the first Petrarchist chansonnier of the fifteenth century: Giusto de' Conti's Bella mano. It will be precisely this literary model, with its several references to Petrarca, Dante and Boccacio, the one that will lead Boiardo to formulate antithetical choices against the Rerum vulgarium fragmenta, making the Amorum libri one of the most beautiful and original works of Italian literature.
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