This essay aims at retracing Pietro Fanfani’s education, considered from the viewpoint of his lexicographical activity and of his vision of the transmission of knowledge as an educational opportunity. The cultural and pedagogic experiences and encounters of the young Fanfani are thus retraced, as well as his acquisition of a paleographical reading technique used for manuscripts in archives and libraries that would later become his viaticum for his own reflections on language. The intellectual biography of Fanfani reveals the influence of figures who are very diverse and yet characteristic of the social context in early nineteenth century Tuscany: the village priest, the Beguine teacher, the cultivated and literate priest. It includes also the contact with intellectuals from other cultural environments, such as Giuseppe Silvestri. Alongside the books and reading, their teaching and their frequentation preceded Fanfani’s more institutional education at the diocesan Seminary and the hospital School. Together with this profile of Fanfani, a varied panorama emerges of the men and institutions for transmitting knowledge that were active in the social and economic organisation of the territory. This brings life to the times according to a common linguistic heritage, against a background of the wider process of linguistic and national unification.
Nel saggio si cerca di ricostruire la formazione di Pietro Fanfani, considerata sotto il profilo dell’attività di lessicografo e della visione che egli ebbe della trasmissione culturale come momento educativo. Si ripercorrono quindi le esperienze culturali, pedagogiche e gli incontri del giovane Fanfani, nonché l’acquisizione di una pratica di lettura paleografica esercitata sui manoscritti di archivi e biblioteche che sarebbe divenuta viatico di una personale riflessione sulla lingua. Nella biografia intellettuale del Fanfani viene così individuata l’incidenza di figure dai profili molto differenziati e allo stesso tempo tipici del contesto sociale toscano di inizio Ottocento: il prete di paese, la maestra beghina, il sacerdote colto e letterato. Ma anche il contatto con letterati provenienti da altre realtà culturali, come Giuseppe Silvestri. Assieme ai libri e alla lettura, il loro magistero e la loro frequentazione precedettero in Fanfani l’esperienza educativa più istituzionalizzata del Seminario diocesano e della Scuola ospedaliera. Ne emerge, assieme al profilo di Fanfani, un vario panorama di uomini e istituti della trasmissione del sapere attivi nel quadro dell’organizzazione sociale ed economica del territorio, animando i tempi della vita secondo un patrimonio linguistico d’uso comune, sullo sfondo del più ampio processo di unificazione linguistica e nazionale.
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