Resumen de Istigazione o aiuto al suicidio, omicidio del consenziente, eutanasia, dopo le pronunce della Corte costituzionale

Mario Romano

• italiano

  L' A. discute la situazione legale creatasi con le recenti sentenze della Corte Costituzionale. La Corte, dopo aver ribadito la funzione dell'art. 580 c.p., che rimane fondamentale, esclude la punizione dell'aiuto al suicidio in alcuni casi estremamente limitati (patologia irreversibile, sofferenze intollerabili, sostegno vitale in atto, condizioni mentali integre). A ciò arriva argomentando da una pretesa analogia tra legittimo rifiuto o rinuncia a trattamenti sanitari e suicidio. L'a. contesta tale analogia, pur convenendo sull'eccessivita di una pena nei casi suddetti. In ogni caso, l' A. auspica anche per il futuro la conferma nel sistema penale del distacco sempre riconosciuto tra aiuto al suicidio e omicidio del consenziente. Su questa linea, l' A. critica alcune espressioni della Corte che potrebbero far pensare a un'equivalenza tra aiuto al suicidio e eutanasia attiva. Passi legislativi in questa direzione sarebbero secondo l'A. da evitare. Essi infatti introdurrebbero deroghe infide al principio del non uccidere, che malgrado tutto resta una rassicurazione basilare per il consorzio umano. Inoltre, potrebbero pregiudicare o ritardare l'affermarsi di civili prassi di accompagnamento nel proccsso naturale de! morire, conquiste della medicina moderna, dando anche possibile stura, nel tempo, a mutamenti insidiosi nei paradigmi di approccio ai malati da parte della classe medica e, più in generale, ad atteggiamenti egoistici dimentichi della solidarietà dovuta ad ogni persona sofferente, specialmente a quelle più fragili, anziane o in solitudine.

• English

  The author discusses the situation of the Italian legal system after the recent rulings of the Constitutional Court. After reaffirming the fundamental function of art. 580 of the Italian Criminal Code, the Court respved that the act of aiding suicide shall not be punished only in some, very limited cases (incurable disease, intolerable suffering, ongoing life support, intact mental conditions), on the ground of an alleged analogy between suicide and a patient's legitimate refusal or waiver of medical treatments. While the author contends that this analogy is misplaced, he also agrees that inflicting a punishment in those cases would be excessive. Just as importantly, the Author hopes that the regulatory distinction between assisted suicide and consensual homicide - which distinction has always been recognized in the Italian Criminal Code - will be preserved also in the future. Along the same lines, the Author criticizes some of the language used by the Court that might suggest equating assisted suicide wich active euthanasia.According to the Author, no legislative action should be taken in this direction as such steps would introduce treacherous exceptions to the "thou shalt not kill" principle, which, in fact, should continue to remain a fundamental safeguard for the human society. In addition, they could jeopardize or delay the progress of civilized practices aimed at accompanying people along the natural process of dying - which are indeed major breakthroughs in contemporay medicine - while potentially giving rise, over time, ti undesirable changes in the ways healthcare professionals may approach patients and, more generally, to selfish attitudes, oblivious of the solidarity that is owed to every sufferer, especially the most vulnerable, elderly or socially isolated.