Il contributo intende proporre alcune considerazioni sull’impatto che l’attuale dinamica delle relazioni tra sistemi giuridici secolari e religiosi – come indotta e governata da fenomeni quali la globalizzazione e la crisi di sovranità e dal correlativo “ruolo pubblico” delle religioni – produce all’interno dei diritti religiosi e, in particolare, del diritto canonico e ne sottolinea l’importanza anche dal punto di vista della emersione di nuove prospettive e temi di ricerca scientifica. L’autore evidenzia come la Chiesa Cattolica sia ora chiamata a dare seguito – anche attraverso il diritto canonico – a richieste di adeguamento che provengono dall’esterno ma che questa opera di riallineamento impatta problematicamente con le sue finalità e caratteristiche costituzionali e tipiche; considera quindi quale esempio particolarmente illuminante di tale dialettica la riforma dei c.d. delicta graviora messa in campo quale reazione al drammatico emergere, al suo interno, del fenomeno della pedofilia. Ad avviso dell’autore, l’analisi della riforma mette in evidenza le difficoltà di conciliare l’avvertita esigenza di rispondere efficacemente alle istanze di protezione che provengono dal secolare con i principi fondamentali del diritto penale canonico, e con le finalità pastorali della Chiesa stessa e sottolinea il ruolo che, nel superamento delle rispettive difficoltà, può essere rivestito da una più stretta ed incondizionata collaborazione tra autorità ecclesiastiche ed autorità civili.
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